Le città globali e il modello milanese

Come cambiano a livello urbanistico le nostre città, quali sono i motori del cambiamento
26 marzo 2021

Una città è definita 'globale' in base a diversi criteri ma, in generale, è definita tale se ha una forte capacità di influenza, a livello mondiale, su diversi temi di importanza vitale per l'intero Pianeta: si tratta di alcune aree che, nel proprio contesto metropolitano, hanno una popolazione di un certo rilievo, che siano fornite di un sistema avanzato di trasporto urbano e intermodale e che godano anche di strutture e infrastrutture avanzate a livello tecnologico.

Le città 'globali' hanno sempre un maggior impatto a livello mondiale su numerosi aspetti: il 70% della ricchezza di tutto il mondo è prodotta in tali aree in cui è concentrato il 54% della popolazione, con un consumo di energia pari al 75% e con una produzione del 60% delle emissioni totali di gas serra.

La logica conseguenza è quindi che tali aree devono sempre più tener conto, nelle loro politiche di sviluppo, del concetto di sostenibilità ambientale e dell'impatto che determinate scelte, anche in termini di edilizia, possa avere non solo per la propria zona ma anche e soprattutto a livello globale.

Il modello Milano


Il caso di Milano è emblematico: la popolazione, già di per sè numerosa, è infatti in crescita già da alcuni anni e i giovani la reputano una delle città ideali in cui formarsi, vivere e avviare una carriera professionale. 

E' necessario quindi, nelle città globali, non solo rispettare l'ambiente nei vari aspetti della vita quotidiana ma creare tutti i presupposti per migliorare il benessere psico-fisico delle persone: solo con una visione complessiva della realtà in cui ci si trova e con l'analisi e comprensione delle potenzialità adatte a migliorare numerosi aspetti del tessuto urbano si potranno raggiungere concreti obiettivi legati al miglioramento della salute della Terra e, di conseguenza, della qualità di vita delle persone.
Seguire una linea di fondo legata alla riduzione delle emissioni, ad esempio, significa creare i presupposti per far sì che le persone, all'interno delle città, possano non solo condurre una vita migliore ma che i cittadini stessi possano contribuire al continuo miglioramento del benessere proprio e degli altri.

Realizzare progetti per offrire spazi verdi, per migliorare la viabilità o per limitare l'uso di mezzi inquinanti, vuol dire avere una visione complessiva della realtà attuale per poterla modificare in vista di una prospettiva globale di gran lunga migliore.

Proprio città 'globali' come Parigi, Milano, Berlino o Londra hanno il dovere di tracciare la linea principale da seguire per raggiungere gli obiettivi previsti dall’Agenda Onu 2030, grazie ad uno sviluppo di un nuovo tessuto urbano, più sostenibile e, nello stesso tempo, maggiormente adeguato alle mutate esigenze della popolazione stessa.

Spesso si parla di 'Smart city sostenibili' come di città intelligenti e dotate di un'alta innovazione tecnologica ma, in termini di una visione più 'aperta', può essere considerata 'Smart' la città che punta a migliorare la qualità della vita, sia delle generazioni attuali che di quelle future, attraverso una visione globale e sostenibile del tessuto urbano, prevedendo nuovi spazi, infrastrutture lineari e non invasive e sicuramente con l'utilizzo 'intelligente' della tecnologia.

La riqualificazione e la rigenerazione urbana di Milano

 

La strategia di riqualificazione urbana attuata a Milano negli ultimi anni va proprio in questa direzione, attraverso la rivalutazione di molte aree della città, della periferia e dell'intera area metropolitana. Basti pensare al distretto di UpTown, situato a nord ovest della città, in cui è compresa un'area di verde pubblico superiore ai 300 mila metri quadri su una superficie complessiva di 900 mila. In questa zona sono presenti percorsi ciclabili e pedonali, oltre a numerose aree per bambini e per gli amici a quattro zampe. 

Il quartiere è stato il primo, a livello nazionale, ad avere la certificazione GBC Quartieri che viene rilasciata in base alla sussistenza di determinati requisiti dal punto di vista ambientale e di utilizzo dell'energia: il quartiere è infatti interamente alimentato tramite una rete geotermica, con ridotte emissioni provocate dal raffreddamento e dal riscaldamento, controllabili anche tramite un'apposita App per smartphone. Ecco quindi che la tecnologia viene sviluppata e utilizzata per garantire una reale sostenibilità, nell'ambito di un progetto globale di riqualificazione edilizia e urbana ma che comporti vantaggi non solo a breve ma anche a medio-lungo termine.

Un altro interessante progetto lanciato a Milano per promuovere la biodiversità è ForestaMi, che ha come scopo principale di piantare almeno 3 milioni di alberi entro l'anno 2030.
Dai primi mesi del 2021 si sta sviluppando inoltre il progetto per reintrodurre le api nei contesti urbani, con la creazione di alveari in città. Particolare menzione è poi per il Il parco di UpTown/Cascina Merlata che comprende, all'interno del suo perimetro di circa 30 ettari, migliaia di alberi di oltre 40 specie differenti.

I criteri del modello milanese rispondono a determinati obiettivi di crescita, intesa come qualcosa che deve riguardare tutti, senza lasciare nessuno indietro, abbracciando la totalità dei quartieri. Solo in questo modo si potrà realizzare una vera città 'green', vivibile e che abbia al suo interno una forte vocazione a rigenerarsi continuamente in un'ottica di miglioramento complessivo della qualità di vita e che favorisca la nascita e lo sviluppo di nuove opportunità. 

Una città connessa e globale è una città che riesce ad essere un nodo di reti di trasporto su vasta scala e che riesca a fornire a imprese e cittadini servizi ad alti standard qualitativi. Il progetto riguarda anche la prevenzione del rischio idrogeologico, ad esempio nella Valle del Lambro ma anche la rigenerazione dell'intero tessuto urbano nella zona dei Navigli e il prolungamento della linea metropolitana anche oltre i confini urbani, collegando tra loro diverse aree della città e diversi comuni.

Si prevede inoltre, in ambito edilizio, di fissare un indice massimo di edificabilità con la possibilità di raggiungere di un indice al più di 1 mq/mq (facoltativo) solo in corrispondenza di zone in cui sussista un'elevata accessibilità; nelle altre parti di territorio, l'indice massimo corrisponde a 0,7 mq/mq. In un'ottica di maggiori opportunità e coinvolgimento, nell'ambito del progetto globale di riqualificazione e rigenerazione urbana, di tutte le fasce della popolazione, è prevista la possibilità di superare tale indice massimo realizzando edilizia residenziale sociale o comunque di natura pubblica. Un aspetto che avrà un forte impatto è anche quello legato alla promozione dell'edilizia convenzionata in vendita o con locazioni con canone agevolato e alla realizzazione di alloggi per studenti universitari che potranno usufruire di speciali condizioni.

Importanza fondamentale avranno anche i nodi di interscambio che, oltre al naturale supporto fornito alla rete di trasporti e a chi ne usufruisce, costituiranno occasioni utili per fornire servizi e creare relazioni con altri comuni dell'area metropolitana: ecco quindi che anche un capolinea di una stazione ferroviaria o della metropolitana, da zone spesso degradate o non fornite di infrastrutture adeguate, diventano un centro nevralgico da valorizzare, abbattendo qualsiasi barriera architettonica e diventando un punto di incontro tra opportunità, servizi, viaggiatori, cittadini e imprese che operano nell'intera area.

Il progetto di Milano come 'città globale' passa anche per l'individuazione di alcuni luoghi di periferia che, per varie caratteristiche, sono ideali per costituire le cosiddette Grandi Funzioni Urbane: spazi dedicati di carattere strategico, sia per finalità pubbliche che private, che consentano la realizzazione di servizi dedicati alla mobilità, al trasporto pubblico e di altre funzioni di carattere collettivo e pubblico, prevedendo anche indici massimi di edificabilità maggiori. E' prevista inoltre la semplificazione delle categorie delle attività commerciali, estendendo le superfici di vendita anche agli spazi aperti di pertinenza degli edifici e limitando la realizzazione di strutture di vendita di grandi dimensioni, in favore dei negozi di prossimità."